
Pietro Sedda ha abbracciato il mare con la propria arte, quella del tatuaggio. Una disciplina in cui è maestro e che assume le sembianze dei marinai delle novelle – coloro che solcavano il mare in un’alternanza di donne e paesi – e delle balene leggendarie, e che lo ha portato a diventare uno degli artisti più richiesti. Chino sul tavolo da disegno, ha chiamato il suo studio nell’unico modo in cui, poi, non si può che finire per soprannominare lui: The Saint Mariner.
Come ti sei avvicinato alla tua professione?
"Mi sono avvicinato al tatuaggio più per necessità che per predisposizione romantica, con l’aiuto di amici che mi hanno spinto e sostenuto."
In che modo i social l’hanno influenzata?
"Quando ho iniziato io, servivano almeno dieci anni d’esperienza per carpire i segreti e riuscire a tenere collegati il cervello e la mano. Ora, dopo sei mesi, si è già delle star, anche se non si conosce propriamente il mestiere."
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