
«La vita secondo me non ha alcun senso, glielo diamo noi attaccandoci alle piccole cose. Prendiamo il XX secolo, quello più assurdo: ci sono state guerre e genocidi. I miei avi ne sono stati testimoni e mi hanno trasmesso tutto l’orrore di quei giorni. Per salvarsi ci si può solo aggrappare ai dettagli, reali e assurdi, e avere uno sguardo di sbieco sulla realtà. Cercare il comico».
Non ho ancora finito di guardare il mondo, edito da Marcos y Marcos, è proprio questo: una piccola enciclopedia dell’umano, un annovero dei dettagli di cui spesso non ci accorgiamo ma che non facciamo fatica a riconoscere quando ci vengono posti davanti agli occhi. David Thomas è a Milano per presentare il suo ultimo lavoro all’Institut Français e avendo un paio d’ore libere, si è unito a un gruppo ristrettissimo di blogger e giornalisti, invitati dall’ufficio stampa, per una merenda chiacchierata a base di macarons e vino francese nella stupenda sede di uno dei più vivaci editori indipendenti milanesi: Marcos y Marcos. David Thomas gioca la figura di uno scienziato che, occhio al microscopio, riesce a sezionare le emozioni dividendole in una varietà ampissima, tutte descritte in maniera così reale e veritiera da rendere impossibile a chiunque di non riconoscere situazioni personali vissute nel quotidiano.
Continua a leggere su Cultweek.
Comments