Merenda con Penelope Poirot
- giuspor25
- May 23, 2020
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Sediamo nella verdeggiante terrazza della casa editrice Marcos Y Marcos accompagnati da gelato, frutti rossi e succo di melagrana, mentre S. (che chiameremo Becky – o è Becky che chiamiamo S?) ci prega (in un tono un po’ perentorio) di non scattarle foto. “Solo ai dettagli, il mistero deve restare tale”. Becky Sharp è Becky Sharp, inutile cercare di scoprire chi vi si celi dietro. Indossa una collana geometrica rossa e verde, un paio di anelli, una blusa bianca e la consapevolezza di cosa significhi davvero scrivere bene. Non che le manchi l’umiltà, ma con il suo background è quasi impossibile non saperlo: ottime letture, traduttrice, critica letteraria, cinematografica, gastronomica… Ah no, quest’ultima no, è un compito che lascia assolvere egregiamente – così dicono – alla sua eroina: Penelope Poirot. Nonostante il nome possa rimandare a più personaggi letterari quel cognome è inconfondibile, unico nella storia: è la pronipote del mitico Hercule Poirot, nato dalla penna di Agatha Christie, con cui condivide sì un certo fiuto investigativo ma sicuramente non la stessa infallibilità. D’altronde Becky ha letto molto per lavoro e ancor di più ha fatto da bambina, con i mistery della già citata Christie e di Nancy Drew, scritti da un gruppo d’autori che si celava dietro lo pseudonimo (un altro, quanti!) di Carolyn Keene.
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