
Il 4 ottobre 1957 lo Sputnik, il primo satellite artificiale, venne lanciato in orbita dall’Unione Sovietica dal cosmodromo di Bajkonur. Nonostante il fatto che le batterie si esaurirono dopo tre settimane, continuò a orbitare per altri due mesi prima di rientrare nell’atmosfera e distruggersi. Il successo della missione portò nuovi sviluppi in campo militare, tecnologico, scientifico e diede inizio alla corsa alla conquista dello spazio. Sulle strisce a fumetti per i quotidiani Topolino incontrava Eta Beta, mentre al cinema Hollywood produceva Ultimatum alla Terra, L’invasione degli ultracorpi e La guerra dei mondi. Già da anni la fantascienza stava immaginando esplorazioni interplanetarie, incontri con altre forme di vita e imprese eroiche di astronauti, ma proprio mentre l’idea dell’uomo sulla Luna si faceva sempre più realistica la letteratura vide la nascita di una corrente rivoluzionaria, la New Wave. Nei contenuti rigettò l’outern space, lo spazio esterno, che fino ad allora aveva costituito il tema d’indagine principale, per focalizzarsi sull’inner space, cioè gli abissi della mente umana e la violazione dei tabù. “I maggiori progressi dell’immediato futuro avranno luogo non sulla Luna o su Marte, ma sulla Terra; è lo spazio interiore, non quello esterno, che dobbiamo esplorare. L’unico pianeta veramente alieno è la Terra”, esorta lo scrittore britannico James Graham Ballard sulle pagine della rivista New Worlds in quello che è a tutti gli effetti considerato il manifesto della nuova ondata: Qual è la strada per lo spazio interiore?.
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