
Son sempre stato affascinato dall’origine delle cose piuttosto che dalle cose stesse o, in generale, da ciò che si nasconde dietro il mero prodotto commerciale. Così ho iniziato un’indagine sulle librerie indipendenti, arrivando a scoprire quelle che riescono a sopravvivere alla crisi dell’editoria e che sono nate dalla forza e dalla capacità di alcuni di trasformare le proprie passioni in lavoro.
Realtà (quasi) familiari in cui ognuno riesce a trovare il proprio spazio, sia che si tratti di topi da biblioteca che di lettori in erba. Realtà in cui, il libraio, è un amico e un confidente, abituato dall’esperienza a conoscere le persone dai titoli che sceglie e che sono costretti a confrontarsi con i giganti dell’età contemporanea.
Ho deciso di iniziare con ‘Gogol & Company’ perché per molte mattine è stata la mia seconda casa, seduto sulle sedie in ferro sistemate in Piazza Berlinguer a scrivere e far colazione. L’ho scoperta un anno e mezzo fa, un paio di mesi dopo essere arrivato a Milano, su consiglio di un amico che, come me, abita in zona. Mi ha sorpreso perché non era solo una libreria, ma un posto in cui potevo restare, fermarmi. Rallentare quel ritmo a cui la città non mi aveva ancora abituato. Bere un cappuccino e sfogliare le pagine di uno dei tanti libri che mi aveva incuriosito. ‘Gogol & Company’ è ancora un mix di novità a cui in Italia non siamo mai stati abituati.
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