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Coronavirus e senzatetto: cosa succede a chi una casa non ce l’ha?

giuspor25

Il primo e più importante comandamento da rispettare in questi giorni è restare a casa. Mentre sui social si intensifica la caccia all’untore e il governo definisce ancora una volta quali attività sono davvero essenziali, la salute di senzatetto e richiedenti asilo resta ancora una volta l’ultimo diritto da tutelare, delegato all’iniziativa di regioni e comuni. Secondo la Quarta panoramica sull’esclusione abitativa in Europa redatta dalla Fondazione Abbé Pierre e Feantsa, la Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con i senzatetto, le persone che dormono in strada o in rifugi di emergenza in Europa sono 700mila, un numero aumentato del 70% dal 2009. In Italia sarebbero 50mila a utilizzare almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna.

Sono impossibilitate ad avere accesso regolare ai servizi igienici, a mantenere un’alimentazione decente e molto spesso non ricevono cure mediche adeguate. Il loro corpo è indebolito da malattie croniche e curate male, e il poco sonno e la fame hanno conseguenze debilitanti. In California, un gruppo di ricercatori segue dal 2013 circa trecento senzatetto proprio per capire come mai, nonostante l’età media del campione sia pari a 57 anni, la maggior parte di loro sperimenti già ictus, cadute, disturbi visivi e incontinenza urinaria a tassi tipici di chi ha oltre 70 anni. A chi è senza dimora non può nemmeno essere assegnato un medico di base. Infatti, secondo il decreto “recante misure urgenti per l’emergenza abitativa” firmato dall’ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi nel 2014, solo chi può dimostrare un indirizzo di residenza ha diritto a un medico e può, per esempio, farsi prescrivere un farmaco tramite ticket, senza ricorrere al pronto soccorso, che in questi giorni sarebbe l’ultimo luogo a cui i senzatetto potrebbero rivolgersi. Per aggirare la norma, alcune città hanno da tempo creato un indirizzo fittizio a cui iscrivere anagraficamente chi vive per strada, ma è solo un primo passo.


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