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La pandemia ci dà la possibilità di ripensare il nostro stare al mondo

giuspor25

In uno dei tanti gruppi WhatsApp che in questi giorni di quarantena sono tornati a essere attivi o si sono formati, un amico che vive a New York da qualche anno ha scritto di essersi messo in isolamento volontario, molto prima che Trump distruggesse il mito della Grande America invincibile ammettendo una possibile recessione economica, tentasse di comprare l’esclusiva di un vaccino a uso degli Stati Uniti e diventasse chiaro che nessuna serrata generale di scuole, bar e altri luoghi pubblici fosse prevista dal Presidente.

Più che mai in questi giorni ognuno di noi ha la grande responsabilità di poter fermare il crescere dei casi di contagi di SARS-CoV-2, come ha spiegato il matematico e scrittore Paolo Giordano sulle pagine delCorriere. Così ci è stato chiesto di restare in casa, di uscire il meno possibile e solo se strettamente necessario, di evitare non solo di ammalarci ma di rischiare di far ammalare qualcun altro e di sovraccaricare le strutture sanitarie e il lavoro che medici, infermieri e personale ospedaliero portano avanti da giorni a ritmi incessanti. In questo momento abbiamo il duplice ruolo di figli – col dovere di attenerci alle regole – e di genitori – aiutare le persone più deboli, calmare i parenti lontani, essere solidali – e non ci siamo preparati.


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